INTERVISTA A DANIELA RIDOLFI TITOLARE DELLA CALZOLERIA PETROCCHI

Oggi intervistiamo Daniela Ridolfi, titolare della Calzoleria Petrocchi, che si trova nel cuore di Roma, vicino al Pantheon.

Daniela, lei ha ereditato la famosa Calzoleria di suo padre, che a sua volta l’ereditò da suo zio Tito.

Tito ideò e realizzò scarpe artigianali prêt-à-porter e scarpe eccentriche. Collaborò con il teatro e il cinema avendo come clienti i più grandi attori hollywoodiani e italiani. Suo padre Bruno, poi, collaborò con le sorelle Fontana, le Fendi, Valentino, Capucci etc. Lei sente la responsabilità di questa tradizione? Secondo lei, fare impresa era più facile anni fa o oggi?

Ritengo che ogni epoca abbia le sue difficoltà e le sue facilitazioni. Nel 1946, quando è stata fondata la Calzoleria Petrocchi, l’Italia era appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e quindi le perdite sia umane che economiche erano enormi ed anche il senso di scoramento che la popolazione viveva. Nello stesso tempo però era tutto da ricostruire ed infatti da un primo momento di smarrimento l’Italia è passata alla fase, dopo qualche anno, del boom economico. Boom che ci ha traghettato fino ai giorni nostri e che ha caratterizzato la società italiana a venire, che oggi conosciamo. Lo stesso vale per oggi. Da una parte il commercio si è evoluto ed oggigiorno i mercati di riferimento, anche per una realtà artigianale come la nostra, sono mondiali, aiutati ovviamente dallo sviluppo del web. Nello stesso tempo c’è da notare un impoverimento culturale della popolazione italiana e non, rispetto alla qualità dei prodotti che sceglie. L’estrema accessibilità di tutto sul web e la trasformazione delle aziende italiane che hanno creato il Made in Italy, che oggi non sono più aziende artigianali ma multinazionali ed industrie, ha determinato uno scadimento della qualità del prodotto italiano.

Iniziare a lavorare nella Calzoleria è stata una scelta suggerita dalla passione o è stata una scelta già scritta? La rifarebbe?

E’ stata una scelta assolutamente individuale, nessuno in famiglia mi ha obbligato a proseguire l’attività. Tanto che ho effettuato studi giuridici e solo dopo la laurea ho deciso di impegnarmi a tempo pieno nella Calzoleria. E’ stata quindi una scelta voluta, dettata dall’amore per la tradizione familiare e dalla passione per un mestiere antico e creativo. Certamente, la rifarei nel modo più assoluto!

La Calzoleria Petrocchi ha avuto vari riconoscimenti, dal Comune di Roma ai conferimenti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’orgogliosa dei traguardi raggiunti?

Certo sono molto orgogliosa. E consapevole del valore di questi riconoscimenti, ma soprattutto riconoscente verso l’impegno la passione e la creatività di mio padre Bruno e dello zio Tito. Questi premi sono per loro e rappresentano la loro dedizione e amore verso questo mestiere.

Pensa che si faccia tutto per salvaguardare le imprese eccellenti del Made in Italy che abbiamo sul nostro territorio? In che modo si potrebbero incrementare le tutele e la produttività delle aziende di grande valore artigianale e culturale come la sua?

Purtroppo ritengo che l’Italia non stia salvaguardando abbastanza il tessuto artigianale fondante il Made in Italy. Come spesso ho sottolineato andrebbero fatti investimenti specifici sia per tutelare le aziende artigiane dal punto di vista economico, calmierando per esempio gli affitti e le spese fisse, sia dedicando strade e territori alle botteghe artigiane nel centro storico delle città d’arte come Roma, Firenze etc. Inoltre questo mestiere va trasmesso, altrimenti sparisce come tanti mestieri artigianali che già si son persi. Da una parte è nell’ordine delle cose e della trasformazione inevitabile della società, ma nello stesso tempo ritengo si debba fare di più in Italia. Per esempio, sulla scia di altri paesi europei come la Francia, che tra l’altro non ha la tradizione artigianale italiana, dedicare spazi e luoghi all’artigianato e creare scuole nelle botteghe. Questo avrebbe un riscontro economico, dal punto di vista del turismo, eccezionale. Nella mia esperienza professionale ho riscontrato che gli stranieri cercano da noi il bello e ci ritengono custodi di tradizioni millenarie. Questa vocazione e talento vanno salvaguardate!

Ai giovani che consiglio darebbe?

Di scoprire il proprio talento e la propria vocazione e poi di cercare di coltivarli, con un occhio ovviamente anche agli aspetti pratici di fattibilità. E poi di non smettere mai di osservare e di studiare, perché la fantasia e la creatività prendono vita e si nutrono da un mix di conoscenza e osservazione della realtà.

Un’ultima domanda: a un turista che fosse intenzionato a venire a Roma come descriverebbe la sua città?

Questa è la domanda più difficile perché si rischia di essere banali. Roma è la mia città e non posso che amarla, senza mezzi termini. Roma mi ispira ogni giorno nel mio lavoro perché essere circondata da questi colori e atmosfere e storia è per me un privilegio incredibile. Sono però consapevole delle difficoltà oggettive e della trascuratezza che la città sta vivendo negli ultimi anni. Ovviamente mi preme sottolineare che tale momento di difficoltà non ha nulla a che vedere con la bellezza e l’unicità di questa città. Dipende dall’incapacità di amministrarla in modo degno e purtroppo dall’inciviltà di chi ci abita o viene per visitarla. Una città come questa va amata e tutelata da tutti ma soprattutto dai suoi abitanti, romani come me da tante generazioni e non. Siamo tutti “cittadini romani” e questa città è patrimonio del mondo. Come ovviamente tanti luoghi bellissimi dell’Italia e del mondo che andrebbero maggiormente tutelati.

E’ certo che la storia, la creatività e l’operosità di un’azienda sono veramente uniche!

La Calzoleria Petrocchi ha un’anima fortemente “romana” sia nella tradizione della calzatura sia come fonte d’ispirazione creativa, sin da quando è stata fondata. Grazie Daniela – Calzoleria Petrocchi.

Ciao Daniela

Calzoleria Petrocchi Roma
Vicolo delle Ceste 29 (Pantheon)
00186 Roma 
066876289  
www.calzoleriapetrocchi.it